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SGRAVI CONTRIBUTIVI AI DATORI DI LAVORO PER MISURE DI CONCILIAZIONE VITA-LAVORO

14 Settembre 2017

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In arrivo un’altra importante novità riguardo le misure di conciliazione vita-lavoro.  Dopo la recente entrata in vigore della legge sul “lavoro agile”, che come è noto viene definito quale “modalità flessibile di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato allo scopo di incrementarne la produttività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”, è stato firmato in questi giorni un decreto che attua la misura sperimentale prevista dal d.l. 80/2015, riconoscendo sgravi contributivi ai datori di lavoro privati che abbiano previsto, nei contratti collettivi aziendali, istituti di conciliazione tra vita professionale e vita privata dei lavoratori.

All’attuazione dell’intervento definito dal decreto, che dovrà essere registrato dalla Corte dei Conti, sono destinati complessivamente circa 110 milioni di euro per il biennio 2017 e 2018, a valere sul Fondo per il finanziamento di sgravi contributivi per incentivare la contrattazione di secondo livello.

Con questo intervento si  rafforza ulteriormente le possibilità, per le lavoratrici e per i lavoratori, di accedere a misure di conciliazione tra vita professionale e vita privata, valorizzando il ruolo della contrattazione aziendale nella promozione e nella tutela dei diritti.

Per  accedere agli sgravi contributivi i datori di lavoro dovranno aver sottoscritto e depositato contratti collettivi aziendali che prevedano l’introduzione di misure di conciliazione tra vita professionale e vita privata innovative e migliorative rispetto a quanto già previsto dai contratti collettivi nazionali di riferimento o dalle disposizioni vigenti.

Il beneficio potrà essere riconosciuto ai contratti collettivi aziendali sottoscritti e depositati a decorrere dal 1° gennaio 2017 e non oltre il 31 agosto 2018, nei limiti e con le modalità stabilite nel decreto stesso.

Considerato il carattere sperimentale della misura, il decreto individua criteri di accesso al beneficio che possano favorire la più ampia partecipazione dei datori di lavoro interessati.

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